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23/03/2019: NON SOLO TERMOGRAFIA …

Il 27 novembre 2017, Regione Lombardia ha approvato il Regolamento Regionale n. 7 avente oggetto “Regolamento recante criteri e metodi per il rispetto del principio dell’INVARIANZA IDRAULICA ED IDROLOGICA ai sensi dell’art. 58 bis della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12 (Legge per il governo del territorio).

Ai sensi dell’art. 2 del Regolamento regionale sopraccitato, sono soggetti ai requisiti di invarianza idraulica ed idrologica gli interventi di:

  • nuova costruzione, compresi gli ampliamenti;
  • demolizione, totale o parziale fino al piano terra, e ricostruzione indipendentemente dalla modifica o dal mantenimento della superficie edificata preesistente;
  • ristrutturazione urbanistica comportanti un ampliamento della superficie edificata o variazione della permeabilità rispetto alla condizione preesistente all’urbanizzazione.

Lo studio, che da anni opera nel campo dell’Ingegneria Idraulica, offre ai propri clienti completa assistenza per:

  • redazione di progetti di invarianza idraulica ed idrologica;
  • direzione lavori delle opere idrauliche.

Per qualsiasi ulteriore informazione e/o chiarimento, non esitate a contattarci …

 

26/10/2018COLLAUDO ALL’INFRAROSSO DELLE IMPERMEABILIZZAZIONI

Buona parte degli edifici caratterizzati da coperture piane, sono dotati di sistemi impermeabilizzanti costituiti da sovrapposizione di strati di membrane bituminose, saldate a fiamma sul sottostante supporto spesso in materiale cementizio. Queste membrane sono caratterizzate da elevata elasticità. La ciclica esposizione agli agenti atmosferici può provocare nel tempo delle lesioni che consentono all’acqua meteorica di penetrare negli strati sottostanti, scorrere lungo il supporto ed infiltrarsi all’interno dei locali abitati. Capire il punto esatto di ingresso dell’acqua molto spesso è impossibile. Si ricorre a continui interventi localizzati procedendo per tentativi, spesso senza riuscire a risolvere il problema.

L’indagine termografica permette invece d’individuare facilmente la presenza di acqua al di sotto delle membrane impermeabili.

Le aree di tetto bagnate trattengono più a lungo il calore accumulato durante l’esposizione solare giornaliera rispetto alle adiacenti aree di tetto asciutte. Il calore accumulato viene ceduto all’ambiente nelle ore notturne. Le aree calde (dove cioè è presente l’acqua) possono pertanto essere facilmente localizzate con l’indagine termografica.

Con questa tecnica è possibile anche verificare, al termine di un intervento edilizio di rifacimento integrale del sistema impermeabilizzante, la corretta posa a regola d’arte delle membrane bituminose.

 

 

10/08/2018: TERMOGRAFIA ESTIVA … BUONE VACANZE A TUTTI

 

 

 

 

28/03/2018: LO STUDIO AUGURA A TUTTI I VISITATORI DEL SITO UNA BUONA PASQUA 

 

12/02/2018L’IMPORTANZA DELLE CONDIZIONI DI RIPRESA

Una delle applicazioni più diffuse dell’indagine termografica è senz’altro la ricerca perdite d’acqua da tubazioni in pressione. D’altra parte, i guasti agli impianti idrici rappresentano la percentuale maggiore delle cause di danno agli edifici.

Con la stagione invernale, veniamo spesso chiamati per individuare piccole perdite d’acqua dagli impianti di riscaldamento delle abitazioni. Fissato l’appuntamento per il rilievo, ai clienti facciamo sempre la stessa raccomandazione: per la corretta esecuzione del rilievo, l’impianto di riscaldamento deve essere in funzione da alcune ore.

Tutti ci dicono di sì, ma a volte qualcuno racconta le bugie …

Nei termogrammi che proponiamo di seguito, viene mostrata la differenza tra una ripresa termografica effettuata con un impianto di riscaldamento in funzione da 1 ora (termogramma di sinistra) ed una ripresa termografica effettuata con il medesimo impianto di riscaldamento in funzione da 5 ore (termogramma di destra). Il pavimento è in marmo.

Nel termogramma di sinistra i riflessi sulla pavimentazione rendono impossibile individuare il percorso della tubazione posata sotto pavimento. Percorso che risulta invece chiaramente visibile nel termogramma di destra. In questo caso la prima uscita è stata del tutto inutile. Con la seconda uscita è stato possibile verificare le tubazioni calde ed individuare con precisione la perdita d’acqua in corrispondenza di un raccordo fessurato

 

 

08/01/2018: INDIANA JONES ALL’INFRAROSSO …

Il clima invernale e le temperature rigide consentono l’individuazione dei percorsi delle reti di tubazioni fognarie interrate. Questo è proprio il tipico caso in cui, grazie alla termocamera, è possibile tracciare sul terreno la X per indicare il punto dove scavare!

 

21/12/2017: LO STUDIO AUGURA A TUTTI I VISITATORI DEL SITO TANTI AUGURI DI BUONE FESTE

 

 

01/12/2017LA NUOVA STAGIONE TERMICA E’ INIZIATA …

Un’applicazione poco usuale della termografia è la ricerca perdite dalle reti di teleriscaldamento.

Quest’anno, con l’inizio della stagione termica, abbiamo subito testato le potenzialità della nostra termocamera effettuando la verifica di una rete di teleriscaldamento che presentava consumi anomali di acqua. L’indagine è risultata piuttosto complessa perché il tracciato delle tubazioni non è noto e la loro profondità di posa è pari a circa 2 metri dal piano stradale. A complicare ulteriormente l’indagine abbiamo anche l’interferenza di altri sottoservizi.

Il risultato è comunque chiarissimo…

 

 

 

 

 

06/09/2017: I PONTI TERMICI NON ISOLATI: COME SPENDERE PER SCALDARE L’ARIA ESTERNA

Con il termine ponte termico si intende evidenziare la presenza di punti singolari nelle pareti degli edifici, caratterizzati da minore capacità nell’impedire la dispersione del calore verso l‘esterno rispetto alla capacità media degli altri punti delle pareti stesse. Da un punto di vista strutturale, i ponti termici si possono definire come giunzioni tra elementi di forma e materiali diversi nell’involucro edilizio.

I ponti termici sono cioè degli elementi che creano una discontinuità nelle prestazioni termofisiche dell’involucro edilizio in quanto modificano il flusso termico della parete. I ponti termici possono essere costituiti:

  • da irrigidimenti metallici tra la superficie interna ed esterna di una parete;
  • da pilastri e travi strutturali in calcestruzzo, presenti nel pacchetto murario;
  • dalla presenza di zone isolate alternate a zone non isolate;
  • dall’intersezione tra pareti esterne verticali;
  • dall’intersezione tra pareti esterne con pareti interne, sia verticali che orizzontali (solai);
  • dal contatto con il terreno delle fondazioni.

La presenza di ponti termici aumenta le dispersioni di calore verso l’esterno dell’edificio e causa una forte diminuzione della temperatura superficiale della parete, favorendo in quelle zone la condensazione dell’acqua contenuta nell’aria e col tempo, la formazione di muffa.

I ponti termici sono collegati alle tipologie edilizie. Gli effetti della loro presenza possono però essere corretti. Il rimedio più efficace consiste nell’isolamento termico dell’elemento strutturale, per ridurre il flusso di calore disperso verso l’esterno.

L’analisi termografica consente d’individuare con chiarezza la presenza di ponti termici. Nei termogrammi seguenti vengono mostrati all’infrarosso i ponti termici presenti in complessi condominiali edificati alla fine degli anni ’50. Si possono chiaramente notare sia le dispersioni termiche all’intersezione solaio/pareti perimetrali, sia le dispersioni termiche in corrispondenza dei caloriferi installati sotto le finestre.

 

31/07/2017: LO STUDIO AUGURA A TUTTI I VISITATORI DEL SITO BUONE VACANZE

 

13/06/2017DIFFERENZA TRA CALORE E TEMPERATURA

Molto spesso si confondo questi due concetti diversi, ma collegati tra loro. Vediamo di fare un po’ di chiarezza.

Quando si parla di calore ci si riferisce in realtà ad un flusso di calore: esso è definito come la quantità di energia termica che attraversa la superficie nell’unità di tempo. La sua unità di misura nel sistema metrico internazionale è il Watt/metro quadrato [W/m2]. Il calore è dunque una forma di energia non direttamente misurabile. Ciò che possiamo misurare sono gli effetti prodotti dal calore, come ad esempio la variazione di temperatura. Il calore passa da un corpo caldo ad un corpo meno caldo.

Il calore viene trasmesso per:

  • conduzione: due corpi in contatto diretto tra loro (legge di Fourier),
  • convezione: tra fluidi oppure tra solidi e fluidi (legge di Newton);
  • irraggiamento: può avvenire anche nel vuoto e si propaga alla velocità della luce. Non è necessario alcun contatto tra i corpi, può avvenire anche nel vuoto e dipende dall’emissione elettromagnetica e dall’assorbimento (legge di Stefan – Boltzmann).

La termocamera misura la quantità di calore irraggiata.

Quando si parla di temperatura invece, ci si riferisce al grado di agitazione molecolare. Nel sistema metrico internazionale si misura in termini assoluti usando la scala Kelvin [K]. Si ricorda che lo zero è posto pari a -273,15 K. Esistono altre scale di misura della temperatura, tra le quali si ricorda:

  • la scala Celsius [°C] (maggiormente diffusa): t [°C] = t [K] – 273,15;
  • la scala Rankine [°R] (sistema metrico anglosassone): t [°R] = t [K] x 1,8
  • la scala Fahrenheit [°F] (usata negli USA): t [°F] = t [K] x 1,8 – 459,67

La temperatura di un materiale è funzione delle sue caratteristiche fisiche, alcune delle quali variano in funzione della fase alla quale il materiale si trova (solida, liquida, gassosa). L’agitazione molecolare del materiale produce energia. Quando ci sono le condizioni, questa energia viene trasferita sottoforma di calore da un mezzo (che si trova a temperatura maggiore) ad un altro (che si trova a temperatura minore).

 

08/05/2017LA RESTITUZIONE PROSPETTICA APPLICATA ALL’INFRAROSSO

La prospettiva (o metodo delle proiezioni prospettiche) viene utilizzata nella geometria descrittiva per rappresentare le figure e lo spazio con una veduta simile a quella percepita attraverso la visione ottica. In una fotografia, la prospettiva può essere intesa come la rappresentazione del senso di profondità.

Nel rilievo architettonico esiste una tecnica che consente di ricavare le dimensioni di un edificio o di suoi particolari costruttivi, da una semplice fotografia dello stesso. La procedura che viene adottata si chiama “Restituzione prospettica” o “Raddrizzamento prospettico”. È un procedimento di costruzione geometrico basato sulla prospettiva ed è applicabile ad immagini (fotografie) scattate in modo ben preciso: l’asse ottico della fotocamera, al momento della ripresa del fotogramma, deve essere orizzontale. Le immagini che si ottengono sono di fatto delle rappresentazioni prospettiche a quadro verticale, nelle quali gli elementi verticali si mantengono tra loro paralleli ed ortogonali alla linea dell’orizzonte. Da queste immagini, si possono ricavare le dimensioni geometriche di particolari architettonici di nostro interesse.

La termocamera è uno strumento simile ad una videocamera. È composta da una parte ottica, costituita da una lente in materiale trasparente all’infrarosso, in grado di captare l’energia infrarossa proveniente dalla scena inquadrata. Un sensore sensibile alla radiazione infrarossa elabora questa energia formando l’immagine termica (il termogramma). La termocamera è inoltre dotata di fotocamera integrata che consente di catturare anche l’immagine nello spettro visibile. L’immagine termica e l’immagine al visibile possono essere sovrapposte e fuse tra loro, già in fase di ripresa, utilizzando un’apposita funzione dello strumento.

Se con la termocamera si scatta un termogramma mantenendo l’asse della lente orizzontale, otteniamo un’immagine termica del tutto simile ad una rappresentazione prospettica a quadro verticale. Applicando il metodo della restituzione prospettica, possiamo ricavare (con buona approssimazione) le dimensioni di particolari visibili solo all’infrarosso.

Proponiamo il seguente esempio applicativo. Durante le fasi di rilievo della rete fognaria acque nere di un condominio, viene richiesta l’indagine termografica per localizzare l’eventuale esistenza di manufatti di confluenza interrati ed in caso positivo, di stimarne l’ingombro.

Per individuare all’infrarosso dei manufatti fognari interrati, si è sfruttato il riscaldamento delle pareti operato dal liquame fognario che scorre al loro interno.

Volendo applicare il metodo della restituzione prospettica, è stata effettuata la ripresa termografica in quota, con le modalità descritte sopra. Note le dimensioni geometriche del chiusino (rilevate in posto), è stato possibile stimare l’ingombro del manufatto interrato, visibile solo all’infrarosso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

14/04/2017: LO STUDIO AUGURA A TUTTI I VISITATORI DEL SITO UNA BUONA PASQUA

 

04/04/2017: ALCUNE COSE DA SAPERE PRIMA DI COMMISSIONARE UN RILIEVO TERMOGRAFICO …

La norma UNI EN 13187/2000 definisce i requisiti generali di prova per l’esame termografico. Tra questi vi sono i requisiti ambientali che rivestono un ruolo fondamentale per la corretta esecuzione della ripresa termografica. Essi variano a seconda della finalità del rilievo, devono essere sempre soddisfatti e definiscono:

  • la massima variazione ammissibile della temperatura dell’aria esterna nelle 24 ore precedenti la prova;
  • il salto termico minimo a cavallo del’involucro edilizio (cioè la differenza minima di temperatura dell’aria tra interno ed esterno) che deve essere mantenuto nelle 24 ore precedenti la prova;
  • le indicazioni riguardanti l’esposizione solare diretta delle superfici oggetto di rilievo termografico;
  • la massima variazione di temperatura ammissibile dell’aria interna ed esterna durante l’esecuzione della prova;
  • nel caso si vogliano localizzare infiltrazioni d’aria: la differenza minima di pressione dell’aria nella zona d’analisi.

Vi sono inoltre altri parametri ambientali da tenere in considerazione per la corretta esecuzione di un rilievo termografico all’esterno, quali:

  • la massima velocità del vento ammissibile;
  • nel caso l’indagine sia finalizzata all’individuazione dell’umidità: il valore massimo percentuale di umidità relativa dell’aria ed il valore minimo di temperatura dell’aria oltre i quali l’indagine termografica non è più attendibile.

Quindi, quando commissionate un rilievo termografico, chiedete all’operatore termografico che intendete incaricare:

  1. la verifica dei requisiti generali di prova elencati dalla norma UNI EN 13187/2000;
  2. nel caso il rilievo debba essere eseguito all’interno della vostra abitazione: la temperatura minima dell’aria che dovrete mantenere nei locali dove dovrà essere eseguito il rilievo, da almeno 24 ore prima della prova.

 

16/03/2017: OLTRE IL VISIBILE E L’APPARENZA …

A seguito della rimozione di un armadio nel garage al piano interrato di un immobile, vengono individuate due grosse macchie al piede della parete perimetrale con distacco dell’intonaco, riconducibili ad una perdita d’acqua da una tubazione. L’idraulico interpellato dalla proprietà suggerisce di demolire la muratura fino ad intercettare la perdita e sostituire il tratto di tubazione interessato. Poiché in quella porzione di parete passano sotto traccia diverse tubazioni, sia di alimentazione dell’impianto idrico sanitario, sia di scarico delle acque nere e meteoriche, la proprietà, prima di procedere alla demolizione della muratura, richiede preventivamente l’indagine termografica per localizzare con certezza la perdita.

 

In via preliminare viene eseguito il rilievo igrometrico in corrispondenza della porzione di parete ammalorata, che conferma la presenza di acqua nella muratura in quel punto. Si procede al rilievo termografico adottando una procedura comparativa qualitativa (Norma UNI EN 16714-1), mappando per progressione il percorso delle tubazioni esistenti sotto traccia. All’infrarosso si rilevano in quell’area 2 tubazioni, proprio in corrispondenza dell’area macchiata. Il loro tracciato è lineare e geometricamente ben definito, mentre la temperatura superficiale della muratura in corrispondenza della macchia si mantiene sempre fredda: l’ipotesi della perdita d’acqua dalla tubazione inizia a vacillare.

Il proprietario viene invitato a spostare dalle pareti altri armadi e scaffalature presenti: si scopre che lungo tutto il piede della muratura perimetrale retrostante, l’intonaco è completamente distaccato: umidità da risalita capillare.

Quanto avrebbe SPESO INUTILMENTE il nostro proprietario, se si fosse fermato ALL’APPARENZA?

 

07/02/2017L’INGEGNERIA DELLA SICUREZZA ANTINCENDIO “FIRE SAFETY ENGINEERING” FSE E L’APPROCCIO INGEGNERISTICO ALLA SOLUZIONE DEI PROBLEMI DI SICUREZZA ANTINCENDIO

L’Ingegneria della Sicurezza Antincendio o Fire Safety Engineering FSE è una disciplina che, applicando principi ingegneristici e valutazioni scientifiche al fenomeno della combustione, ai sui effetti sui beni e sull’ambiente e al comportamento umano in caso di incendio, tenendo conto dei possibili scenari di incendio, consente di quantificare i rischi di incendio e valutare analiticamente le misure di prevenzione e protezione ottimali per ridurre, entro limiti prestabiliti, le conseguenze dell’incendio stesso.

Questa metodologia può utilmente essere applicata per la soluzione dei problemi di prevenzione incendi relativi ad attività non dotate di specifiche disposizioni antincendio e per la individuazione delle misure di sicurezza che si ritengono idonee a compensare il rischio aggiuntivo nell’ambito del procedimento di deroga come ad esempio negli edifici storici e monumentali, nei quali le prescrizioni dettate dalle norme spesso si trovano in contrasto con le caratteristiche architettoniche ed i vincoli del luogo, negli insediamenti industriali o nei depositi intensivi realizzati in fabbricati esistenti, dove per le attività ivi svolte il carico di incendio è molto alto e tale da richiedere costosi interventi per garantire la necessaria resistenza al fuoco delle strutture, nelle autorimesse esistenti, nei fabbricati esistenti ad uso civile con altezza antincendio superiore a 24 m, ecc.

Questo metodo, formalizzato ed ufficializzato dal D.M. 9 Maggio 2007 “Direttive per l’attuazione dell’approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio”, è denominato “prestazionale” o “ingegneristico”, perché in questo caso le condizioni di sicurezza minime si ritengono verificate con il rispetto delle prestazioni che l’opera deve garantire (ad esempio le persone devono potersi spostare in luogo sicuro rispetto a quello dove si sviluppa l’incendio prima che i fumi raggiungano 2 m dal pavimento e/o prima che la temperatura ambiente raggiunga livelli pericolosi) per distinguerlo dal metodo “prescrittivo” o “tradizionale” che consente di raggiungere il livello minimo di sicurezza antincendio tramite l’applicazione di un elenco di prescrizioni, cioè di indicazioni puntuali contenute nelle norme di volta in volta applicabili (ad esempio, per una certa attività una via di esodo deve essere lunga non più di 50 m, una parete deve garantire una separazione rispetto all’incendio di almeno 60 minuti primi e così via).

Ai sensi del D.M. 7 Agosto 2012 la progettazione antincendio con il metodo prestazionale è di esclusiva competenza dei Professionisti Antincendio, iscritti nell’elenco del Ministero dell’Interno di cui all’art. 16 del D.Lgvo 8 Marzo 2006, n° 139 (già Legge 818/84).

 

19/01/2017A PROPOSITO D’INGEGNERIA INGEGNERIA LEGALE …

CHE COS’E’?

È una materia prettamente professionale che non rientra nel novero degli insegnamenti tradizionali dell’ingegneria, trasversale rispetto alle discipline della tecnica e del diritto. L’ingegneria legale vuole fornire delle risposte di carattere tecnico-scientifico a problemi con rilevanza giuridica e penale. Si suddivide in 2 categorie:

  • l’ingegneria giuridica: apporta cognizioni tecniche per istituire un sistema tecnico-scientifico di legislazione; contribuisce alla formazione di nuove leggi ed alla interpretazione di quelle esistenti;
  • l’ingegneria forense: utilizza le nozioni proprie dell’ingegneria per risolvere dei singoli casi d’interesse giuridico.

 

dal 26/01/2017 al 29/01/2017: KLIMAHOUSE 2017 – Centro Fiera Bolzano (BZ)

 

30/12/2016: LO STUDIO AUGURA A TUTTI I VISITATORI DEL SITO UN FELICE ANNO NUOVO

 

18/11/2016: ACCADEMIA WOLF HAUS – Campo di Trens (BZ)